A me non dispiace, da appassionato fervente di zooantropologia.Ma io son un caso a parte e mi conoscete : rifuggo da molti dogmi e dai profeti del collare; da darwiniano convinto continuo a sperimentare e forare il mio rapporto con le tate , cercand sempre di vedere dove si arriva. Che la cinofilia sia incontinua evoluzione, son d'accordissimo. Che ora vengan messi in discussione cio' che 10 anni orsono eran parole nella pietra...e' un dato di fatto ( condivisibile a mio avviso solo in parte). Ma anche che cio' che ora e' LA REGOLA , l'abecedario dell'educatore e/o istruttore cinofilo....tra 10 anni sara' tutto ribaltato.
Esistono canoni, linee guida e regole. Di fisica, di chimica,di educazione comportamentale, di zooantropologia, ecc
Ma poi esiste IL RAPPORTO con una creatura, IL PROPRIO TATO, che sfuma sovente questi confini. A volte li sposta in avanti, a volte indietro. E sino a che la ns specie avra' l'arroganza e la presupponenza di ergersi a conoscitrice profonda dell'intrinseco del cane.... ogni tot anni emergeranno tendenze differenti.
Credo fortemente che non esista l'esperanto del rapporto uomo/cane. Esiste, invece, UN ALFABETO.
......pero' non ho i titoli ne' la preparazione accademica per rivendicar le mie idee. Ed e' ragion per cui , nonostante fossi fortemente interessato, non ho intrapreso un cammino di formazione professionale.