Ogni nostra Storia, di quelle che narrano la vita con Loro, trasuda emozioni. Ogni sorta di emozioni; risate, pianti, preoccupazioni o gioie. Ognuno di noi ha una Storia, almeno una. C’è chi ha un intero libro , ed ancora ne avrà da scrivere. E chi ne ha solo una, la tiene stretta ma ha chiuso il suo libro. A volte l’ha riposto, quel libro. In un posto segreto dello scaffale che sta nella sua anima. C’è chi rilegge , e rilegge ancora. E chi cerca invano di fissare nella mente solo certi capitoli, sforzandosi di dimenticarne certi altri. Molti sorridono, molti hanno occhi umidi. Qualcuno semplicemente scrive la sua storia. Leggendone di altri, cercando di capire cosa nasce dietro una commozione od una risata. Poi c’è chi tenta di prepararsi, di fortificarsi. Di rendersi meno vulnerabile. Perché dalle storie si impara, leggendole romantiche o tristi. Per taluni si scrive la prima storia, e ci si sente gnudi. Felici ed entusiasti ma anche impreparati. Deboli. Vulnerabili. Attaccabili, per meglio dire.
Chi ha invece scritto tante, tante storie.. sa che è comunque inevitabile . Inevitabile, ed ineluttabile, vivere emozioni talmente forti da esser impattanti nel proprio io in maniera definitiva. Gioie e soddisfazioni immense , dolore e devasto inenarrabili. Come un laser solcano le superfici più dure. Creano geometrie bellissime così come sfregi orribili.
Ognuno porta tatuaggi indelebili nella propria anima. Impossibili da cancellare. Si possono ammirare, apprezzandoli. O si può decidere di non posarci lo sguardo. Per giorni. Per anni. Ma non per sempre.
Ci sono sapori che sono impressi sulla pergamena di quelle pagine. E ci sono odori. Esse frusciano tra le dita e odiamo suoni. La grafia a volte è chiara, delicata. Altre volte decisa, graffiante.
E c’è inchiostro che muta, difforme, tra i vari capitoli.
Per chi legge è comprensibile , curioso ma comprensibile.
Per chi ha scritto non lo è, bensì risultato di naturale movimento.
Esistono storie da millemila pagine, e sono romanzi avventurosi.
Esistono storie da poche righe, ed in quelle ciò nonostante vi si ritrova ogni stile. Ogni decoro. Ma i graffi son più solcati. Decisi. Affilati.
Quanto ho letto, quanto. Da Zanna Bianca che ero bimbo sino a poco fa.
Quanto ho scritto , magari anni ed anni dopo. Quanto.
Quante pagine pagine e pagine intrise di odori e sapori, che suonano diverse al passaggio delle mie dita.
Occhi… quanti ne ho adorati. Quanti mi sono mancati poi.
Ed in due storie diverse, scritte in due decenni diversi, quegli occhi si sono spenti tra le mie braccia.
Io ho riletto spesso le mie storie. Di boschi e prati negli anni 70. Di un bimbo abbracciato ad un Collie. Di gite e consapevolezza negli anni 80, con amore senziente e pelo di pastori bergamaschi, pastori tedeschi e meticci. O anche degli anni 90, con trovatelli dall’odor di cioccolato. Col nuovo millennio una storia acquisita . Colore dei biondi e forme minute .
Tante storie , tante storie .
Un’immensità di parole di graffi di disegni di decorazioni di macchie di pennellate di… di.
Ma poi scopri che ci sono storie che si scrivono su di una pergamena differente. Non di per se più bella, ma assai più preziosa. Perche delicata e frangibile.
E forse il pennino che si è soliti usare potrebbe strapparla. E se le prime pagine sono state scritte con impeto, foga. .. ci si ferma. E si carezza le pagine scritte con delicatezza . Rispetto. Cura. Temendo di scrivere ancora ed apporre quei graffi che ne sfregierebbero la struttura.
Ognuno di noi ha le sue storie . Ognuna unica , commovente e bellissima. Degna di esser letta e di rimando vissuta da chi ci stima e ci vuole bene.
Alcune , invece, si decide di scriverne i fogli a venire su di un supporto differente. Leggero . Evanescente. Tenue come parole scritte con l’alito su di un vetro. Destinate ad effimera consistenza. Così i decori. Così i graffi.