Parlando di comportamentalista, educatori ecc... A me viene un po' di angoscia. Oltre al costo economico che è diventato rilevante io incomincio a non capirci più niente. Il cane è un cane le teorie per educarlo sono infinite , talvolta in contraddizione le une con le altre. Io ,umana compagna di Bart, incomincio a pensare che ci sia dietro un bel business
Ciao, come in ogni ambito ci sono i professionisti seri e quelli che badano soltanto all’incasso.
Purtroppo non è facile scegliere.
Attualmente in Italia non esiste un albo professionale né degli educatori né degli istruttori esperti in area comportamentale.
Ci sono però delle associazioni che cercano di portare avanti un discorso di cinofilia in linea con gli studi etologici e cinofili più moderni, le neuroscienze, il benessere animale. E queste associazioni raccolgono numerosi associati, perseguendo l’obiettivo di una formazione continua: lo scambio di informazioni permette il progredire della buona cinofilia.
Quando si sceglie un professionista, intanto si dovrebbe poter accedere al suo curriculum e raccogliere informazioni sul suo modo di lavorare.
“Un cane è un cane” è un’affermazione un po’ affrettata.
Allora, io attualmente sono un educatore cinofilo, il che significa che mi occupo di educazione: offro ai proprietari gli strumenti per capire il proprio cucciolo o cane adulto, e impostare con lui una convivenza serena e appagante. Propongo degli esercizi e offro degli strumenti educativi, ho ovviamente un protocollo di lavoro, ma ogni volta ho a che fare con un cane diverso che vive in un diverso contesto familiare.
Sono anche un tecnico di Nosework, e uso le attività olfattive a scopo educativo, non solo ludico-sportivo.
Quando incontro un cane e la sua famiglia, ho bisogno di capire tantissime cose, e non è sufficiente conoscere la razza o il sesso del cane per avere un’idea delle sue motivazioni prevalenti e del suo orientamento verso il mondo. Né è sufficiente vedere una volta una persona per capire quali sono le sue esigenze e aspettative. Certo, nel tempo ho imparato sempre di più, ma continuo a imparare. Con umiltà.
Con il mio cane attuale - e molto di più coi precedenti cani - ho fatto sicuramente degli errori, ma lei è una femmina di Golden, ha un carattere docile e collaborativo; abbiamo impostato una buona relazione e non abbiamo nemmeno mai frequentato un percorso educativo, finché non mi sono iscritta alla scuola cinofila.
Un professionista serio non ha alcuna verità in tasca, ma di sicuro non direbbe mai che “un cane è un cane”.
Io ho a che fare con persone che vivono in città e si tengono un Maremmano in giardino; oppure hanno un microcane toy di nemmeno due chili che non sa nemmeno fare il cane; o un barboncino possessivo che li morde quando si avvicinano per togliergli di bocca un calzino; oppure hanno adottato una creatura tramite una staffetta dal sud, e si ritrovano un animale terrorizzato da tutto… O, più semplicemente, è il loro primo cucciolo e vorrebbero offrirgli una vita bella - ma non è detto che quel che piace a loro piaccia anche a lui.
Oppure hanno un cucciolone di grossa taglia che non ha un minimo di propriocezione perché non gli hanno mai fatto fare le scale, temendo la displasia; o gli hanno lasciato incontrare altri cani solo al guinzaglio, per sicurezza, e ora si ritrovano un individuo imbranato nelle relazioni sociali; oppure lo hanno portato ovunque, sovraesponendolo a troppi stimoli…
A tutte queste persone io offro degli strumenti per capire il proprio cane e gestire la vita assieme: sono degli strumenti che vanno calati nella vita di tutti i giorni, con impegno e coerenza, e ciascuno deve fare i conti con la propria realtà. Nessuno può pensare che il cane abbia un interruttore da pigiare per ottenere quel determinato comportamento.
Sono appena tornata dalla passeggiata con due ragazzi e il loro cane; ce l’hanno da tre mesi, e per un anno ha vissuto in un cortile 3 x 5 da cui non usciva mai. È un cane deprivato e gli stanno regalando un’opportunità di vita, ma devono lavorarci, per acquisire nei suoi confronti referenza e credibilità. Questo cane sbarella quando vede un altro cane dall’altra parte della strada. È in balia delle proprie emozioni: devono aiutarlo a trovare un equilibrio, esercitando su di lui il necessario controllo, ma favorendo anche lo sviluppo del suo autocontrollo, perché si comporta come un cucciolo; non si rende nemmeno conto del modo più idoneo per approcciare un altro cane.
È un maschio intero. Marca moltissimo in passeggiata, ed è nelle mie competenze capire quanta ansia ci sia in queste marcature. Ma è un cane buono, docile. Ha comportamenti che sembrano aggressivi, ma non lo sono. Ha bisogno di sentire che non è da solo. Se gli appoggi una mano su un fianco, ti si appoggia addosso e ti fa capire che ha bisogno di aiuto…
Spesso mi sento inadeguata. Mi confronto con i miei colleghi. A gennaio inizierò un percorso formativo in ambito comportamentale, perché alcuni cani - e alcune famiglie - hanno realmente bisogno di un aiuto specifico, che vada oltre i semplici strumenti educativi: comportamenti ossessivi, o fobici, o di aggressività ripetuta, devono essere trattati da professionisti cinofili e da veterinari specializzati.
Quindi, sicuramente il business riguarda i sedicenti cinofili o quelli che continuano ad applicare metodi obsoleti, senza aggiornarsi, perché “si è sempre fatto così”. O quelli che ti dicono che in un tot di lezioni ti sistemano il cane.
O quelli che darebbero un farmaco a tutti indiscriminatamente.
Tutti gli altri sono persone serie che hanno a cuore il benessere dei cani e si rendono conto che il proprio lavoro deve avere un approccio globale, di estrema delicatezza perché affronta un sistema complesso come quello delle relazioni familiari.
E la stessa cosa vale per gli allevatori. Un allevatore serio sa anche valutare quale cucciolo maschio o femmina affidarti.